Mostra

Time is Out of Joint

Con la grande mostra Time is Out of Joint la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea scrive un nuovo capitolo della sua storia

Lunedì 10 ottobre 2016 viene portato a compimento l’ampio processo di trasformazioneriorganizzazione e riallestimento della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, diretta da Cristiana Collu, con la restituzione al pubblico di spazi completamente rinnovati e la profonda rilettura delle collezioni del museo.

La mostra Time is Out of Joint, un progetto di Cristiana Collu con la collaborazione di Saretto Cincinelli, sonda l’elasticità del concetto di tempo e cita, nel titolo, i versi dell’Amleto di William Shakespeare.

The time is out of joint: O cursèd spite /
That ever I was born to set it right!

Amleto, Atto I, scena V

Un tempo non lineare, ma stratificato, che sembra porre in atto il dilemma dello storico dell’arte Hans Belting “la fine della storia dell’arte o la libertà dell’arte”.

È, dunque, il definitivo abbandono di qualsiasi linearità storica, per una visione che dispiega, su un piano sincronico, le opere come sedimenti della lunga vita del museo.


Gli artisti nella mostra Time is Out of Joint

Carla Accardi, Afro, Vincenzo Agnetti, Franco Angeli, Aleksandr Archipenko, Stefano Arienti, Hans Arp, Giacomo Balla, Alfonso Balzico, Massimo Bartolini, Marion Baruch, Gianfranco Baruchello, Hans Bellmer, Enrico Benaglia, Luigi Bienaimé, Umberto Boccioni, Alighiero Boetti, Giovanni Boldini, Georges Braque, Émile-Antoine Bourdelle, Daniel Buren, Alberto Burri, Alexander Calder, Antonio Calderara, Marco Calderini, Michele Cammarano, Antonio Canova, Giuseppe Capogrossi, Monica Carocci, Carlo Carrà, Casorati, Felice Castellani, Adriano Cecioni, Mario Ceroli, Paul Cézanne, John Chamberlain, Sandro Chia, Francesco Clemente, Ettore Colla, Gianni Colombo, Giuseppe Cominetti, Pietro Consagra, Angelo Cortese, Gustave Courbet, Enzo Cucchi, Eduardo Dalbono, Ercole Dante, Giorgio De Chirico, Gino De Dominicis, Edgar Degas, Nicola De Maria, Giuseppe De Nittis, Filippo de Pisis, Cagnaccio Di San Pietro, Piero Dorazio, Jean Dubuffet, Marcel Duchamp, Albin Egger- Lienz, Max Ernst, Giovanni Fattori, Giovanni Faure, Jean Fautrier, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Lucio Fontana, Emilio Franceschi, Pietro Galli, Vincenzo Gemito, Alberto Giacometti, Ugo Giannattasio, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Hans Hartung, Francesco Hayez, Hannah Höch, Alain Jacquet, Yves Klein, Gustav Klimt, Jannis Kounellis, Joseph Kosuth, Silvestro Lega, Leoncillo, Osvaldo Licini, Sandro Lodolo, Francesco Lo Savio, Sarah Lucas, Mario Mafai, René Magritte, Piero Manzoni, Arturo Martini, André Masson, Fabio Mauri, Ana Mendieta, Francesco Paolo Michetti, Joan Mirò, László Moholy-Nagy, Amedeo Modigliani, Piet Mondrian, Claude Monet, Henry Moore, Giorgio Morandi, Domenico Morelli, Gastone Novelli, Nunzio, Luigi Ontani, Adrian Paci, Domenico Paladino, Filippo Palizzi, Gina Pane, Ivo Pannaggi, Tancredi Parmeggiani, Pino Pascali, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giuseppe Penone, Alessandro Piangiamore, Fausto Pirandello, Michelangelo Pistoletto, Benedetto Pistrucci, Jackson Pollock, Umberto Prencipe, Gaetano Previati, Antonietta Raphaël Mafai, Man Ray, Luca Rento, Sophie Ristelhueber, Alessandro Rinaldi, Davide Rivalta, Auguste Rodin, Ugo Rondinone, Medardo Rosso, Mimmo Rotella, Antonio Rotta, Luigi Russolo, Giulio Aristide Sartorio, Alberto Savinio, Mario Schifano, Thomas Schütte, Kurt Schwitters, Scipione, Giovanni Segantini, Gino Severini, Telemaco Signorini, Filadelfo Simi, Mario Sironi, Mario Siviero, Ardengo Soffici, Antonio Solá, Ettore Spalletti, Antoni Tàpies, Pietro Tenerani, Maria Cristina Terzaghi, Ettore Tito, Angiolo Tommasi, Francesco Trombadori, Paolo Troubetzkoy, Giulio Turcato, Cy Twombly, Kees van Dongen, Vincent van Gogh, Lorenzo Viani, Franz von Stuck, Günther Uecker, Giuseppe Uncini, Emilio Vedova, Jeff Wall, Andy Warhol, Adolfo Wildt, Gilberto Zorio, Ignacio Zuloaga.

TIME  IS  OU T  OF  JOINT
di Cristiana Collu

«Time is Out of Joint scardina anche le traduzioni e la loro eccellenza non può farci nulla, come dice Derrida che, come altri, a questo verso dell’Amleto di Shakespeare ha dedicato pagine fitte di dense riflessioni. Avremmo potuto elencare qui anche noi le molte versioni che restituiscono “ Time” come tempomondonatura, e “out of joint” come fuori di sestofuori dai cardini, fuori squadra, disarticolato, scardinato, sconnesso.

«Un tempo che va ricomposto, “messo al diritto”, un diritto che in questa mostra intreccia, in simultanea coesistenza, nuove inaspettate relazioni nello spazio simbolico del museo. Relazioni che non rispondono alle ortodosse e codificate leggi della cronologia e della storia (dell’arte), ma si muovono assolte e svincolate in una sorta di anarchia che, come vuole una certa tradizione femminile a cui mi sento di appartenere, non ha nulla a che vedere con il disordine, ma si appella a qualcosa d’altro che viene prima delle regole.

«Time is Out of Joint mette in campo una eterodossia, una disobbedienza, una sovversione così naturale che si potrebbe definire con Jabes “uno dei momenti privilegiati in cui si ristabilisce il nostro equilibrio precario” e si configura un incipit. Un punto sorgente e una persistenza che mette fuori gioco qualsiasi certezza cronologica e mette in campo una temporalità plastica che si comporta come il bosone di Higgs, dipende dunque dal nostro sguardo. E con un vero e proprio montaggio, con la parzialità che ogni scelta e ogni selezione porta con sé, fa precipitare il tempo storico cronologico, anacronizza passato, presente e futuro, ricostruisce e fa decantare un altro tempo, mentre mette in evidenza intervalli e durateriprese e contrattempi. Un tempo pieno di faglie, fratture, vuoti, scarti e scatti, che suggerisce molte combinazioni come quelle che Time is Out of Joint, senza esitazioni, espone in piena luce.

«Ci muoviamo nello spazio attraversando le sale e le opere, dove le immagini sono fisse, in relazione simultanea tra loro, come se fossero prequel e sequel insieme: un cinema al contrario, dove la “fotografia”, la visione ha un ruolo chiave nel cristallizzare e trattenere tensioni così fertili anche nella loro composta presenza. Time is Out of Joint dispiega un tempo cinematografico, un racconto, un flusso di memoria, un’anticipazione di quello che verrà e prova ad assomigliarci più di quanto faccia un libro di storia dell’arte».

Cristiana Collu
Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea


Le immagini della mostra Time is Out of Joint

La mappa intuitiva realizzata nel 2019 da Martí Guixé


Settore 01

Pino Pascali, Ricostruzione del dinosauro, 1966
Gino De Dominicis, Senza titolo, 1985

Sala delle donne
Alfonso Balzico, Cleopatra, 1874 ca.
Mateo Maté, Venus Nera, 2021
Francesco Trombadori, Nudo neoclassico, 1925 ca.
Felice Casorati, Natura morta, 1943
Fausto Pirandello, La pioggia d’oro, 1933
Giuseppe Capogrossi, Ritratto muliebre, 1932


Settore 02

Emilio Vedova, Scontro di situazioni M. 4, 1959
Liliana Moro, Underdog, 2005

Alberto Burri, Grande Rosso P. n. 18, 1964
Liliana Moro, Underdog, 2005

Mimmo Paladino, Tana, 1993

Jannis Kounellis, Z-44, 1960
Daniele De Lorenzo, L’identico e il differente, 2003


Settore 03

Alberto Giacometti, Grande donna (Standing woman III), 1960
Richard Long, Untitled, 2013


Settore 04

Carla Accardi, Composizione (Un mare d’erba), 1964
Giorgio Morandi, Natura morta, 1946
Marcel Duchamp, Fountain, 1964 (da originale del 1917)
Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1959
Pietro Galli, Giove, 1838


Sostenuta dall’autonomia speciale della riforma del Ministero della Cultura, la Galleria Nazionale si propone come luogo di scoperta, aperto alla ricerca e alla contemplazione, e spazio di riflessione sui linguaggi, sulle pratiche espositive e sul ruolo del museo contemporaneo.


Video di Carlotta Marrucci